Tappa nel futuro delle scienze antiche

Il Giro d’Italia passerà anche a Bevagna, dove ogni anno il Medioevo torna di attualità
Le gaite e gli antichi mestieri medievali raccontati da una tessitrice, un ceriere e uno zecchiere nelle suggestive botteghe che ogni anno aprono le porte alla tradizione.

Il baco da seta e Leonardo Da Vinci – C’è un filo che lega un minuscolo e prezioso insetto al genio di Leonardo. Un filo di seta che arriva in Italia dalla Cina e passa per Bevagna dove gli abitanti hanno ricostruito una macchina medievale per torcere il filo intorno ai rocchetti. In un atto notarile del 1335, era nascosto il segreto del torcitoio che rappresentò una vera e propria rivoluzione industriale: da 30-40 ore di tempo necessarie per avvolgere il filo di seta attorno ad un solo rocchetto, si passò a 16 ore per ottenere 72 rocchetti. Nel 1400, Leonardo Da Vinci inventò lo zetto, un piccolo marchingegno che automaticamente posizionava il filo sul rocchetto in maniera omogenea. Un lavoro infinito che prima bisognava fare a mano.

La luce che illumina il cammino – In una delle quattro gaite di Bevagna, c’è una bottega che certamente fu attiva dal 1250 al 1350, dove si produce ancora la cera. La stessa che durante il primo Giubileo della storia nel 1300, produceva le candele necessarie ad illuminare la via verso Roma. Oggi come allora, sugli stoppini di canapa l’artigiano medievale fa colare la cera d’api per dieci volte e poi avvolge due ceri su se stessi: sono intrecciati come la pianta della vite che produce il vino, sangue di Cristo.

Il valore di una moneta medievale – Rame e argento, fusi insieme e poi colati in una forma metallica per ottenere il cosiddetto pane: una barretta sottile dentro cui si nascondono una, due, tre monete. Non monete qualsiasi, ma i piccoli, che contengono più rame che argento e che venivano usate per le piccole transazioni di denaro. Il valore delle monete medievali infatti, non era nominale come oggi, ma era effettivo, in base cioè al peso e alla composizione della lega. Per questo lo zecchiere ancora oggi deve stare attento a creare monete dal peso il più possibile uguale.

Autore

Marina de Ghantuz Cubbe

Nata a Roma il 24 settembre 1989, dopo gli studi classici si laurea in Lettere Moderne all'università La Sapienza di Roma e in Studi storici all'università di Bologna. Ha collaborato con la casa editrice Socialmente della CGIL Emilia Romagna e fa parte dell'associazione Articolo21 per la libertà di informazione.