A scuola con la cassetta degli attrezzi

Le ambizioni 'normali' dei ragazzi iscritti ai corsi di formazione professionale
In Italia è un'opportunità di studio poco nota e probabilmente sottovalutata. Ma i percorsi attivati da centri di formazione e istituti tecnici rappresentano la scommessa con cui tanti giovani - e tanti immigrati di seconda generazione - sognano una carriera e un  lavoro

«Mi piace molto lavorare con torni e frese». Rushit parla con schiettezza, ma non ha mica passato una vita in fabbrica, perché ha solo 15 anni. Maneggia i comandi di una macchina utensili come fossero sul joystick di una playstation. Alima viene dalla Costa d’Avorio e non ha ancora 18 anni. Non parla bene l’italiano, ma utilizza il mattarello per stendere la pasta all’uovo con il vigore e la passione delle nonne del Sud Italia. Verso mezzogiorno decine di ragazzi sciamano fuori dai laboratori dell’istituto “Don Bosco” di Perugia per un breve intervallo, poi ritornano ad indossare la tuta blu sopra quella da ginnastica.
La bottega di una volta, oggi è in aula – Meccanici d’auto, idraulici, operai, falegnami, elettricisti; e poi chef, pasticceri, panettieri, camerieri e baristi. Metà italiani e metà stranieri al “Don Bosco” sebbene a livello nazionale l’ultimo monitoraggio dell’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol) stimi al 13,9% la presenza di migranti di seconda generazione iscritti ad un corso presso un centro di formazione o un istituto professionale.

Obiettivo crescita professionale- A prescindere dalla nazionalità e dalle condizioni sociali e familiari di provenienza, motivazioni e ambizioni di questi ragazzi sono le medesime e straordinariamente ‘normali’: acquisire delle competenze pratiche e trovare un impiego, senza l’ansiosa prospettiva di dover per forza emigrare all’estero.
Per nulla spaventati o impigriti dall’eventualità di effettuare subito un periodo di apprendistato, mentre i loro coetanei studiano o si godono le vacanze estive. «Sono andato a lavorare con il padre di un mio ex compagno di classe – racconta Hassan, 17 anni, che frequenta il corso di addetto all’installazione di impianti termoidraulici – all’inizio è stato un cambiamento un po’ drastico passare dall’aula al laboratorio ma poi mi sono abituato. Alla fine ho scelto questo corso proprio perché sapevo che avrei fatto tanto laboratorio e poco scritto».
Già, i libri, con cui più o meno tutti hanno ‘una relazione complicata’. A ricordarci, dopo tanta manifestazione di maturità, che in fondo, sono pur sempre adolescenti.

Autore

Andrea Caruso

Nato a Benevento il 04/02/1989. Laureato in Scienze Politiche - Relazioni Internazionali presso la LUISS "Guido Carli" di Roma. Praticante del XIII Biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.