Da quel maledetto 30 ottobre sembra proprio che la Terra non voglia smettere di tremare. Notizie ed aggiornamenti sulle continue scosse di terremoto nel centro Italia arrivano in continuazione. Elencarle, ricercarne la magnitudo, darne notizia, controllare se ci sono stati danni a cose o persone. Le cronache dell’emergenza assomigliano sempre più ad una inquietantissima routine. L’estrazione dei corpi, i dispetti del meteo, il resoconto delle scosse giornaliere, anche di quelle più piccole. Il focus sul presente è stato continuo, quasi assillante.
La visione più ampia – Per provare a smorzare questa tendenza abbiamo deciso di allargare la prospettiva, di concentrarci sul lungo periodo. Per farlo siamo andati nei luoghi del terremoto, a controllare la situazione delle strade che portano a paesi come Arquata del Tronto o Castelluccio di Norcia. Non tutti lo sanno, ma questi piccoli borghi sono ancora parzialmente o totalmente isolati. I lavori sulle vie d’accesso che vi conducono procedono a rilento, un po’ per le avverse condizioni atmosferiche, un po’ per la lentezza della macchina burocratica. Ma riaprire la SS685, la SP477 e tutte le altre strade ancora chiuse è il presupposto di qualunque progetto di ricostruzione.
Non spegnete le telecamere – Cominciare a spostare l’attenzione su queste vicende, occuparsi di quel che sarà e non solo di quel che è, significa combattere il vero timore di tutti i terremotati. Quello di essere progressivamente dimenticati, di rimanere soli a combattere per ricostruirsi un futuro. Per quel che ci riguarda possiamo garantire che le nostre telecamere rimarranno accese. Sperando che non siano le sole.