Giovani laureati in legge, alcuni avvocati e un professore. Questo il piccolo team dietro Hook 231, spin off universitario nato nel 2011 da un’iniziativa di Carlo Fiorio, docente di diritto processuale penale all’Università di Perugia. Il nome è criptico, ma solo all’apparenza: questa cifra, 231, si riferisce all’omonimo decreto legislativo del 2001 che ha introdotto la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. In sostanza, se un manager o un dipendente di un’azienda compie un reato per favorirla, la stessa impresa può incappare in sanzioni pecuniarie e inibitorie che possono arrivare a compromettere la sua stessa esistenza.
L’attività – Il lavoro di Hook 231 si inserisce in questo contesto: Marco Paone, avvocato e socio fondatore dello spin off, spiega che «il decreto legislativo prevede la possibilità di adottare dei modelli organizzativi da parte delle aziende che siano in grado di ridurre al minimo il rischio reato». Il compito dell’equipe guidata da Carlo Fiorio è proprio quello di confezionare dei «modelli su misura per le imprese andando a studiare il loro assetto e, in una seconda fase, formare i dipendenti sulle procedure di cui ci si è dotati». Un’attività che di fatto accompagna la vita quotidiana delle imprese e che Hook 231 implementa elaborando delle linee guida specifiche su richiesta delle associazioni di settore.
Autonomia – Nel 2014 Hook 231 ha terminato il suo periodo di tre anni di incubazione nel ‘ventre’ dell’università, ma ha comunque deciso di rimanere legato all’ateneo perugino rinnovando la licenza triennale e mantenendo così il marchio spin off. “La collaborazione dei professori – sottolinea Paone – è stata fondamentale nei primi anni di lavoro. Ora abbiamo un grado di autonomia maggiore, ma il ponte che collega università e mondo del lavoro per noi rimane un elemento importante”.