Un giorno alla Semente

Dove si coltiva un futuro lavorativo
Al centro diurno “La Semente” 12 ragazzi autistici affrontano percorsi riabilitativi e si costruiscono competenze professionali. Collaborando con le attività circostanti, promuovono un’economia solidale

La vita alla Semente riprende alle prime ore del mattino. Intorno alle 9, la struttura inizia ad animarsi. La sala relax, dominata da due grandi divani neri, una libreria bianca e un elegante pianoforte a coda, si riempie di suoni e colori. Marina, seduta a fianco di una grande finestra, un sorriso appena accennato, si attorciglia i capelli attorno al dito indice, mentre Lorenzo, assorto, ha lo sguardo lontano, oltre la polvere di neve che ha coperto i giorni scorsi il monte Subasio.

Quale futuro?La Semente nasce nel 2011 tra le morbide colline di Spello, sullo sfondo i contorni e le forme di Assisi. E’ il primo centro diurno per giovani adulti autistici, nato dalla volontà dell’Associazione nazionale genitori soggetti autistici (Angsa) Umbria Onlus, che, in collaborazione con l’Assessorato alla Sanità della Regione Umbria, ha voluto dare risposte concrete a un interrogativo comune: quale futuro attende i ragazzi autistici al termine del percorso scolastico?
La possibilità di garantire opportunità occupazionali e una reale integrazione sociale sono le due sfide che il centro si è posto fin dalla sua apertura. Dovendo coniugare percorsi terapeutici e l’inserimento nel mondo del lavoro, l’individuazione di un ambiente rurale si è rivelata una soluzione efficace. «Data la semplicità delle mansioni, la campagna è apparsa come luogo elettivo per queste persone», spiega Andrea Tittarelli, direttore del centro, «L’adesione a cicli naturali come le stagioni, il giorno e la notte, le condizioni atmosferiche, tutte cose all’apparenza secondarie, si rivela fondamentale per una persona autistica».

Dal teatro alla carta, le attività del centro – La struttura attualmente ospita dodici persone. Ogni giorno, fino alle 16, sono impegnate in attività diversificate, che, oltre a rispondere a una funzione terapeutico-sanitaria, si prefiggono di dotare i ragazzi di competenze professionalizzanti. Ognuno segue un trattamento specifico, visto che, data l’alta variabilità individuale di chi è vittima di autismo, non esistono rimedi validi per tutti. Fino alle 10 tutti e dodici si concentrano sull’ambientamento e sul risveglio muscolare, poi cominciano le attività laboratoriali, che spaziano dalla preparazione e realizzazione della carta, ad atelier di ceramica e pittura, fino a un corso di teatro. A fianco dei ragazzi si alternano costantemente gli operatori del centro, che seguono e monitorano gli sviluppi. Verso le 11 fa capolino dalla porta del centro Marco, una folta chioma riccia e un sorriso stampato in faccia. È di ritorno dall’università, dove ha sostenuto un esame di Scienze della formazione, aggiudicandosi un 28.

Costruire un dopo – Le prospettive lavorative stanno ora diventando realtà. Tra chi ha frequentato il centro diurno gli scorsi anni, ci sono anche due persone che hanno ora trovato la possibilità di lavorare nella fattoria sociale associata, che produce e commercia prodotti biologici. La struttura ha costruito un rapporto dialettico con la realtà circostante, contribuendo alla creazione di un distretto rurale, che, attraverso pratiche di welfare comunitario, mira a promuovere progetti di economia solidale. Sul sito della Semente, nel descrivere il centro, si legge che è “la visione di una collettività aggregata per un pieno sviluppo umano”.
Alle 16 la giornata alla Semente volge al termine e rapidamente cala il silenzio dentro e fuori il centro, mentre i ragazzi salgono sui due bus che li porteranno nelle rispettive case. Scesa la sera nel cuore dell’Umbria, si ha l’impressione che, giorno dopo ogni giorno, gli intenti coltivati alla Semente diano sempre più frutti.

Autore

Pietro Adami

Nato a Padova l'1 novembre 1991, ho conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza presso l'Università di Bologna. Ho fatto l'Erasmus all'Universidad Pablo Olavide de Sevilla. Dal 2016 sono giornalista praticante della Scuola di Giornalismo di Perugia.