Il mondo cambia: 5G prove di contatto

San Marino sarà il primo paese a sfruttare la tecnologia 5G. In poco tempo potremo osservare vantaggi e svantaggi
L'Italia rispetto al resto d'Europa rimane indietro di due anni. Al momento sulla Legge di Bilancio sono stati approvati consistenti finanziamenti. Ma la partita è ancora aperta

Contatti del quarto tipo con nuovi mondi. Viaggi interstellari. Ritorni dal futuro per cambiare le sorti di quel che sarà. Niente di tutto ciò. La tecnologia pare essere pronta a regalare nuovi modi vivere, ma lontani, o almeno in parte, da quello che ci siamo sempre immaginati. Nessuno di noi sarà un Marty Mc Fly che, a bordo di una DeLorean, torna indietro cambiando irrimediabilmente la vita dei propri genitori, perché il futuro ha a che fare con l’essere perennemente interconnessi grazie al 5G, figlio del 4G e nipote del 3G. Le compagnie telefoniche sono già al lavoro da tempo anche in Italia, dove presto sarà indetta la gara d’appalto per l’assegnazione delle frequenze, attualmente in uso alle televisioni. Nei corridoi di Palazzo Chigi, tra una foto di un Presidente e l’altra, c’è chi è sicuro che la gara si farà “ma non nel 2017, bisogna attendere il 2018”. E così è come approvato dalla nuova legge di bilancio che ha stanziato entro il 30 settembre 2018 i primi 1.25 miliardi provenienti dalla maxi-asta sulle frequenze destinate al 5G. Le altre tranche ammontano a 50 milioni nel 2019, 300 nel 2020, 150 nel 2021 e la restante quota – non inferiore a 750 milioni – nel 2022.
Ma veniamo agli aspetti meramente tecnici. L’avvento del 5G significherà una velocità dei dispositivi che potrà arrivare fino ad 1Giga in download, ma anche una capacità di supportare un numero molto elevato di sim per chilometro quadrato. Tradotto: gli oggetti potranno parlare tra loro.
Una rivoluzione epocale. Che andrà dal settore automobilistico agli elettrodomestici. Il cambiamento si concretizzerà anche nel settore industriale: grazie alla presenza di robot intelligenti sarà aumentata l’efficienza della produzione. Applicazioni E-health saranno, invece, il pane quotidiano dei medici del domani che, grazie a questi dispositivi, potranno monitorare variabili come pressione del sangue, ritmo cardiaco e respiratorio con una abbattimento dei costi sanitari e la possibilità di intervenire in caso di necessità. Un altro tipo di applicazioni che saranno abilitate dal 5G sono quelle basate sulla realtà aumentata, attraverso, ad esempio, l’utilizzo di occhiali o visori connessi che trasmettono in tempo reale informazioni aggiuntive o immagini di realtà virtuale.

Appare evidente come il mercato mobile sia destinato ad allargarsi in modo straordinario nei prossimi anni: fino ad ora le reti mobili collegavano principalmente le persone
Nessun mondo alla Arthur C. Clarke ma semplice “futura realtà”, descritta nei minimi dettagli sul “dossier di documentazione” redatto dalla Commissione dell’Unione Europea reti di comunicazione e trasmissione.
Ma se il mondo cambia alla velocità della luce, con Usa, Cina, Corea del Sud e Giappone da tempo in pista e già usciti dal blocco di partenza, l’Italia arriverà con due anni di ritardo su tutti, Europa compresa.

Il ruolo dell’Europa – A fare la differenza sulle tempistiche di realizzazione per la creazione della rete 5G è la deroga di due anni concessa dalla Comunità Europea. Le motivazioni della concessione, data in fretta e furia e senza tante recriminazioni, bene sottolinearlo, sono: eccessivo numero di antenne e la presenza degli ingestibili Appennini. In questo caso la guerra si gioca sulle tempistiche di realizzazione. Ma se c’è chi ancora non ha percezione del cambiamento epocale in atto, le compagnie telefoniche sono ben consapevoli che chi prima arriva (servizio di erogazione migliore), meglio guadagna. Da qui il “momento di sperimentazione”.
Sul sito del Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) un originale gioco di parole “5 città per il 5G”, oltre a spiegare cosa sarà la tecnologia di quinta generazione, specifica che “la Commissione europea ha invitato gli stati membri ad individuare entro il 2018 almeno una città dove avviare la sperimentazione del 5G”. L’Italia partirà con cinque centri urbani. Prato e Bari, Aquila (ancora da ricostruire dopo il terremoto del 6 aprile 2009), Matera (capitale della cultura 2019) e Milano, la capitale economica d’Italia e quindi capitale in pectore.
Il consorzio costituito da Fastweb-Telecom Italia-Huawei si è aggiudicato l’area Bari-Matera, Wind Tre e Open Fiber hanno conquistato Prato e L’Aquila mentre sarà Vodafone a traghettare Milano verso il futuro.

C’è chi sta avanti A bruciare tutti sul tempo è San Marino. La Repubblica autonoma, abituata a tempistiche brevi con i due Capi di Stato che rimangono in carica per soli sei mesi, primato anch’esso, sarà il primo stato europeo ad avere una rete 5G attiva su tutta la repubblica. A portare avanti la sperimentazione Telecom Italia che a partire già da quest’anno farà scoprire ai sammarinesi i vantaggi del 4.5, anticipando alcune caratteristiche del 5G, come le antenne evolute, Carrier Aggregation, modulazioni di ordine superiore ed architettura Cloud. Verranno anche introdotte le “small cell”, antenne di piccole dimensioni e bassa potenza con limitato impatto ambientale.
Il nostro modo di vivere presto si rivoluzionerà, questo è certo, ma con lui anche l’economia mondiale che da sempre decide la storia. In molti stanno dando vita a nuovi prototipi. Le aziende automobilistiche, ad esempio, puntano tutto sulle vetture elettriche che, grazie sempre al 5G, saranno interconnesse tra loro, riuscendo così a consentire lo sviluppo di veicoli a guida automatica. Corrono ai ripari gli “stati formica” come l’Arabia Saudita che, preoccupata di finire schiacciata dal progresso, ha deciso di puntare su un rilancio economico con il progetto Vision 2030, fortemente voluto dal principe ereditario Mohhamed Bin Salman. Basta leggere tra le righe della presentazione: “Il nostro paese è ricco di risorse naturali. Noi non siamo dipendenti esclusivamente dal petrolio per le nostre necessità energetiche”. E ancora: “La nostra prospettiva è di diventare una potenza di investimenti globale. La nostra nazione possiede forti capacità di investimento, che sfrutteremo per stimolare la nostra economia e diversificare i nostri ricavi”.
Non da meno l’Europa che tramite la BEI (Banca Europea per gli investimenti) ha già stanziato un fondo di 500 milioni di euro per gli investimenti principali. Insomma in dieci anni tutto potrebbe mutare e c’è già chi profetizza: “Sarà possibile tutto quello che abbiamo immaginato, tranne il teletrasporto”.

Autore

Elena Testi

Nata il 29 giugno 1987. Appassionata di politica e cronaca giudiziaria. Ho un grande amore: il mio basset hound. Dopo un tortuoso percorso di studi sono approdata alla scuola di Giornalismo di Perugia