Umbria capofila della musica medievale con l’Ensemble Micrologus

Lo studio dei manoscritti, la ricostruzione e l'esecuzione: quarant’anni costellata di successi, impegno e passione nel raccontare le melodie del tempo
Il gruppo fondato da Patrizia Bovi, Goffredo Degli Esposti e Gabriele Russo, insieme ad Adolfo Broegg scomparso nel 2006, ha ancora un sogno: «Vorremmo realizzare una fondazione»

Altro che secoli bui. Il Medioevo è stata un’epoca dinamica e tutt’altro che banale, e anche in campo musicale l’età di mezzo non è stata da meno, regalandoci madrigali, frottole, saltarelli, strambotti, laudi, cantigas. Melodie sacre e profane che hanno ancora tanto da dirci e da insegnarci. Una tradizione inestimabile che l’Ensemble Micrologus, punto di riferimento a livello europeo per la musica antica, tramanda da oltre 40 anni. Era il 1984 quando i musicisti Patrizia Bovi, Goffredo Degli Esposti e Gabriele Russo, insieme ad Adolfo Broegg, scomparso nel 2006, diedero vita a questo lungo viaggio nella tradizione musicale del Medioevo e del Rinascimento. Consacrato dalla vittoria del premio Oscar per la partecipazione alla colonna sonora del film “Mediterraneo” di Gabriele Salvatores, il gruppo vanta esibizioni in tutto il mondo, con tournée in Giappone, Spagna, Francia, Belgio, Portogallo Polonia e Germania.

L’Ensemble Micrologus

Perché la musica antica? – «L’Umbria ha una vocazione per il medioevo» spiega Patrizia Bovi, voce del gruppo. «Legata all’esistenza di alcune feste storiche – continua la cantante – prima tra tutte il Calendimaggio di Assisi. Queste esperienze hanno permesso a molte persone di avvicinarsi alla musica antica. Come gruppo abbiamo fatto da apripista poi in tantissimi ci hanno seguito. Chi viene da fuori rimane colpito dal numero si persone che la eseguono e ne sono appassionati».

Liuti di Adolfo Broegg in mostra al Centro studi di Spello

Dalle fonti all’esecuzione – L’Ensemble Micrologus è stato tra i primi interpreti a contribuire alla riscoperta della musica antica. «Un brano di quest’epoca ti racconta un contesto storico – spiega Patrizia Bovi – è una fonte inesauribile di lavoro perché non avremo mai tutte le risposte per interpretarlo con la certezza che sia giusto storicamente». La musica medievale non è infatti codificata come quella classica, ancora oggi ci sono questioni aperte legate alla ricostruzione del ritmo, alla prosodia del testo e molto altro. Vengono studiati attentamente i manoscritti che riportano quel determinato brano e attorno ad esso si costruisce l’esecuzione. Dietro c’è un profondo processo creativo, coadiuvato da studi di musicologia, di filologia e di iconografia per la ricostruzione degli strumenti. I musicisti suonano vielle, arpe, liuti, flauti, bombarde e organi portativi che vengono ripresi da affreschi e dipinti in modo da riprodurre ancora più fedelmente le sonorità dell’epoca.

Adolfo Broegg scomparso nel 2006

Centro Studi ‘Adolfo Broegg’ – Il gruppo ha un profondo legame con il territorio umbro, in particolare con Assisi e Spello. «Assisi è come una mamma – racconta la cantante – siamo partiti da lì e regolarmente ci torniamo. Spello è il luogo dove viveva Adolfo». Ed è proprio qui che l’Ensemble Micrologus ha realizzato il Centro studi europeo di musica medievale a lui intitolato: «È un posto– continua Bovi – dove ricordarlo, dove ci sono i suoi strumenti e dove cerchiamo di portare avanti proprio quello che era il suo pensiero: ricercare e fare musica divertendosi». Oltre ad essere la sede operativa del gruppo, il Centro studi vuole formare e divulgare. Vengono organizzati seminari, workshop, conferenze ma anche festival e corsi internazionali. «Vorremmo – aggiunge la cantante – che Spello diventi la città del liuto per creare un polo legato alla figura di Adolfo».

L’Ensemble Micrologus e Vinicio Capossela

40 anni di carriera – Nel settembre 2024 l’Ensemble Micrologus ha festeggiato 40 anni di attività. Un evento celebrato alla Rocca maggiore di Assisi insieme a tantissimi musicisti provenienti da tutto il mondo. A sorpresa è salito sul palco anche Vinicio Capossela, con cui l’Ensemble ha lavorato più volte realizzando una fusione interessante di differenti generi musicali. «Per noi – racconta Patrizia Bovi – è stato proprio un bellissimo ritorno a casa. Vedere tutti gli amici, ritrovare le persone che ci hanno sempre amato, seguito e incoraggiato è stata un’emozione unica. In questi 40 anni abbiamo realizzato tanti progetti e portato sulla scena repertori che hanno caratterizzato la nostra vita di interpreti».

L’Ensemble durante un’esibizione

Progetti futuri – Ma non ci si ferma qui. Il gruppo sta infatti progettando tante nuove esibizioni che li vedrà impegnati in Italia e all’estero come il progetto sul Cantico delle Creature di San Francesco, di cui ricorrono gli 800 anni dalla composizione. L’Ensemble Micrologus ha ancora un sogno nel cassetto: «Vorremmo realizzare una fondazione di musica medievale – ha detto Patrizia Bovi – che diventerebbe una casa comune per le tante associazioni che in Umbria si occupano di ricerca, produzione e formazione professionale sul medioevo e umanesimo».

Autore

Agnese Paparelli

Sono nata e vivo ad Assisi. Mi sono laureata in Lettere Moderne e Comunicazione d'impresa presso l'Università degli Studi di Perugia. Giornalista pubblicista dal 2023, mi piace informarmi e informare su politica, sport e cultura. Sono appassionata e ho lavorato nel mondo della comunicazione digitale.