Nell’immaginario comune sono guerrieri puri e devoti. I loro mantelli bianchi con il vessillo del Beauceant, la celebre croce rossa, coprono imponenti armature che evocano mistero. Perché il fascino senza tempo dei Templari è anche molto altro: un intreccio di miti e leggende, simboli esoterici e conoscenze occulte. Curiosamente, l’Umbria è un crocevia di testimonianze che narrano del passaggio di questi ambigui cavalieri medievali.
I Templari e San Bevignate – L’interesse per le controverse vicende dei Templari è forte ancora oggi. Per questo il Festival del Medioevo di Gubbio ha organizzato, il 4 e 5 aprile scorsi, “Perugia Templare”: due giorni di visite guidate alla chiesa di San Bevignate, a Perugia. Un luogo di culto edificato dai Templari nel 1256 ed intitolato al santo misterioso del capoluogo umbro, un eremita di cui esistono pochissime fonti storiche.

Gaetano Curzi, docente di storia dell’arte all’Università di Chieti, ha indagato le ragioni che condussero i Templari ad avvicinarsi a Bevignate. «Insieme al Comune di Perugia – spiega Curzi – i Templari si sono battuti 50 anni per ottenerne la canonizzazione. Una scelta politica inconsueta per l’Ordine, che raramente sposava le cause delle santità locali. Probabilmente anche loro sapevano poco di San Bevignate, ma avevano bisogno di un centro di potere a Perugia, in un periodo in cui perdevano i loro insediamenti in Terra Santa». Secondo Curzi, quella dei Templari è «una parabola umana di un fascino assoluto, per la loro ascesa rapida e capillare in tutta Europa, ma soprattutto per la loro scomparsa così repentina».
Ascesa e declino dei Templari – L’Ordine dei cavalieri Templari nasce nel 1119 con lo scopo di proteggere i pellegrini cristiani diretti a Gerusalemme. Nel giro di pochi decenni, i Templari divengono una vera e propria superpotenza: organizzati militarmente, ricchissimi, con un’impressionante influenza politica. Altrettanto rapida è la caduta dell’Ordine, per volontà di Re Filippo IV di Francia, detto “Il Bello”. Il sovrano, indebitato e in conflitto con Papa Bonifacio VIII, nel 1307 ordina l’arresto di tutti i Templari per impossessarsi delle loro ricchezze. I cavalieri vengono bollati come eretici e l’Ordine viene soppresso alcuni anni dopo con la bolla papale di Clemente V, eletto per volere di Filippo IV. Ma è proprio con la fine dei Templari che cominciano a circolare leggende e miti esoterici.

I Templari in Valnerina – «Filippo il Bello non può aver fatto arrestare tutti i Templari. I vertici non sono mai stati catturati». È questa la teoria di Giovanni Tomassini, storico spoletino e autore del libro “Gli ultimi custodi del tesoro templare”. Secondo Tomassini, un insieme di reliquie dal forte valore simbolico sarebbe custodito da oltre sette Secoli nel borgo medievale di San Mamiliano, frazione di Ferentillo, nel ternano. Ma questo non sarebbe l’unico mistero nascosto della Valnerina, luogo di grandi insediamenti Templari: un altro enigma è legato a Percivalle Doria, condottiero ghibellino che sfidò i cavalieri rossocrociati con un esercito di musulmani. Doria morì nel 1264 ad Arrone, un paesino vicino alle acque del fiume Nera, in circostanze molto strane: «Ai Templari era vietato attaccare un cristiano – spiega Tomassini – così affrontarono solo le truppe e spinsero Doria verso il fiume, dove rimase affogato». Per questo lo stemma di San Mamiliano è la testa di Moro, simbolo del trionfo militare sui musulmani. Soltanto uno dei tanti misteri che rendono immortale il fascino dei cavalieri con il mantello bianco e la croce rossa.