L’auto d’epoca non è una passione per vecchi

Il motorismo storico sfonda tra i giovani: a Perugia la quinta edizione del “Trofeo Giovani etruschi”, raduno per appassionati under 40
Giulio e Ludovico gareggiano con una Fiat 1100: «Ce l'abbiamo nel sangue, giornate intere a studiare queste macchine». Stefano e la sua Lancia Fulvia: «Amiamo sporcarci le mani: molti coetanei non lo capiscono»

Quella per le auto d’epoca è una passione che riguarda soprattutto persone di una certa d’età, è difficile che un giovane abbia i soldi e il tempo per dedicarsi alla delicata manutenzione di veicoli con almeno 25 anni, l’età minima di macchina per essere considerata d’epoca. Eppure assistiamo a una rinnovata passione per tutto ciò che è retrò o vintage, dai vestiti usati ai vecchi film e i loro remake, con i giovani che guardano con anemoia (la nostalgia per qualcosa che non si è mai vissuto) a ciò che appartiene alla generazione dei propri genitori o nonni.

La locandina dell’evento

Trofeo Giovani Etruschi Questa moda si sta estendendo anche alle auto d’epoca, con giovani che già ora ci si dedicano, come testimonia il “Trofeo Giovani etruschi”, un raduno per appassionati di motorismo storico under 40 arrivato alla sua quinta edizione. L’evento è organizzato dal Camep, il club di auto e moto d’epoca di Perugia, e consiste in una gara di regolarità (bisogna completare un percorso in un tempo prestabilito, non il più velocemente possibile) a bordo di vetture storiche. La gara parte dalla Casa del Cioccolato Perugina: camminando nel parcheggio del museo sembra di stare in un film di James Bond diretto da Monicelli, tra vecchie Aston Martin e auto italiane anni ’60.

La Fiat 1100 export di Giulio e Ludovico

I giovanissimi – A gareggiare proprio con un’auto italiana dei tempi del boom economico, una Fiat 1100 export del ’61, sono due dei piloti più giovani: Giulio Ruffinelli e Ludovico Roscini, rispettivamente pilota ventunenne e navigatore diciottenne. «Vengo da una famiglia appassionata di moto d’epoca, ce l’ho nel sangue» spiega Giulio
«Ma ho poi voluto sviluppare in autonomia quest’interesse. Imparo molto da chi è più vecchio e sta in quest’ambiente da tanto tempo» . Per Ludovico è una passione che viene da uno studio approfondito: «Sto intere giornate ad analizzare caratteristiche estetiche e meccaniche delle auto, poterle poi vivere in giornate come queste mi appaga completamente» .

Stefano con la sua Lancia Fulvia Montecarlo del ’72

Sporcarsi le mani – Stefano Veccerica, 35 anni, è venuto da Recanati con la sua Lancia Fulvia coupé Montecarlo del ’72, un modello che celebra la vittoria dello storico marchio italiano nel campionato del mondo di rally di Montecarlo dello stesso anno. Per Stefano la manutenzione della vettura, un prodigio dell’ingegneria automobilistica nostrana, è la parte migliore:
«È difficile entrare in questo mondo se non si ha la passione per lo sporcarsi le mani con qualcosa di più complesso delle auto moderne. I miei amici non lo comprendono».

Passare il testimone – C’è anche chi appassionata lo è diventata per amore: Isabella Maggi, 80 anni, fa parte del Camep da 40, ma si è avvicinata a questo mondo per seguire suo marito: «Era un pilota che ha corso il campionato italiano, poi per problemi di salute ha dovuto dedicarsi alle auto d’epoca». Ora Isabella continua ad organizzare questi eventi anche per passare il testimone ai giovani: «Spero di riuscirci, io vedo questa voglia. Anche mio nipote di 15 anni sembra propenso» .

Le auto dei partecipanti

L’auto e il pilota – Insomma, in una regione senza tempo come l’Umbria tra i ragazzi sopravvive il fascino senza tempo delle auto d’epoca. Anche i limiti economici possono essere superati con la passione: molti dei giovani partecipanti al raduno riescono a comprare e mantenere i propri veicoli con dei piccoli sacrifici e facendo loro stessi le riparazioni, e ogni goccia di sudore e pezzo di ricambio rinsalda il rapporto con i loro gioiellini. Non sono solo auto.

Autore

Bernardo Tombari

Nasco a Roma nel 2002. Faccio il liceo classico Augusto, nel 2024 mi laureo in Filosofia all'università Roma Tre con una tesi in filosofia medievale e sono un aspirante giornalista. Tra i miei studi e il giornalismo c'è un comune denominatore che reputo un dovere più che un interesse: la ricerca della verità