Umbria, dispersione scolastica ai minimi ma le periferie restano a rischio: la missione della cooperativa Densa

Record positivo per la nostra regione: lascia la scuola alla terza media il 5,6% degli studenti, contro una media nazionale del 10,6%
Giulia Paciello, fondatrice dell'associazione: «Molti non sono mai stati in un museo o addirittura in centro». Progetti a rischio per il taglio dei fondi

L’Umbria può vantare un record positivo: è la regione con il tasso di dispersione scolastica più basso d’Italia. Nonostante questo primato, la povertà educativa e culturale tocca anche il cuore verde d’Italia, specialmente in alcune aree più socialmente ai margini del territorio, dove mancano servizi didattici diversi dalla scuola. A Perugia, nel quartiere di Ponte San Giovanni, la realtà di cooperativa Densa si occupa di contrastare questo fenomeno, agendo a stretto contatto con le fasce della popolazione più coinvolte.

Abbandono degli studi – Povertà educativa e dispersione scolastica sono fenomeni strettamente legati, che si alimentano a vicenda. La povertà educativa, ovvero la mancanza di accesso a stimoli culturali, opportunità formative e ambienti favorevoli all’apprendimento, ostacola lo sviluppo delle competenze di base nei bambini e nei ragazzi. Questo contesto sfavorevole spesso conduce a un progressivo disinteresse per la scuola e, nei casi più gravi, all’abbandono precoce degli studi. La dispersione scolastica colpisce soprattutto giovani provenienti da situazioni personali di forte disagio sociale o economico. In Umbria questa deriva è meno frequente che nel resto del Paese: qui sono circa 3mila i giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno interrotto i loro studi alla terza media, il 5,6% del totale, mentre le media nazionale si attesta al 10,6%, secondo quanto certificato
dall’ultima elaborazione dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre su dati Eurostat e Istat.

Cooperativa Densa a Perugia – La povertà educativa può incidere anche sui percorsi di vita professionali dei ragazzi che crescono senza input culturali. Per questo motivo a Perugia, a Ponte San Giovanni, gli operatori della cooperativa Densa si occupano di contrastare questo fenomeno lavorando a stretto contatto con i soggetti interessati, come spiega Giulia Paciello, una delle fondatrici: «Molte delle persone che incontriamo non sono mai state in un museo o in una città d’arte, addirittura non hanno mai preso un autobus fino in centro». Il target di giovani di cui si occupa principalmente la cooperativa va dai 6 fino ai 17 anni, per poi coinvolgere ragazzi fino ai 24 anni con alcune attività specifiche.

Le difficoltà sociali – Il team di Densa opera nel quartiere di edilizia popolare in strada dei Loggi, dove ha creato L’oggi, un hub culturale definito “spazio generativo”. L’obiettivo è attrarre persone in un’area marginalizzata, promuovendo momenti di socialità. Le famiglie, spesso migranti di prima o seconda generazione, affrontano difficoltà legate al loro background culturale. «I genitori, se appena arrivati, vivono ancora nella cultura del loro Paese, rendendo difficile trovare un terreno di scambio – spiega Paciello – I ragazzi, sentendosi razzializzati (discriminati per la provenienza della loro famiglia, ndr), si chiudono in gruppi e tendono ad aprirsi di meno».

Trovare lavoro – Con lo scopo di valorizzare e promuovere il benessere dei bambini e dei ragazzi, gli operatori della cooperativa organizzano una serie di attività che lavorano sul recupero degli apprendimenti: «Un doposcuola con docenti in pensione o volontari ma anche corsi di fotografia, cinema e podcast per sviluppare nuove competenze che li possano aiutare a individuare la loro futura professione e sperimentare con linguaggi contemporanei e promuovere una socialità diversa», come racconta la fondatrice.

Finanziamenti – Per realtà come cooperativa Densa i fondi pubblici rappresentano una base essenziale per la loro attività. Il Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile, attivo dal 2016, ha finanziato oltre 800 progetti coinvolgendo più di mezzo milione di minori in tutta Italia, grazie alla collaborazione tra scuole, Terzo settore, enti pubblici e privati. Tuttavia, la Legge di Bilancio 2025 non ne ha previsto il rinnovo, mettendo a rischio i risultati ottenuti. Anche il Comune di Perugia, attraverso le assessore Costanza Spera e Francesca Tizi, ha firmato un appello al Governo chiedendone il ripristino, sottolineando il ruolo fondamentale del Fondo nel rafforzare le comunità educanti e creare reti territoriali solide.

Autore

Giorgia Olivieri

Giornalista gen z marchigiana, trapiantata in Umbria. Laureata prima in Lettere moderne all'Università degli studi di Perugia e in seguito in Comunicazione pubblicitaria, storytelling e cultura d'immagine all'Università per Stranieri di Perugia. Pubblicista dal 2024, da sempre appassionata di cultura, società e politiche di genere.