In Umbria si vive a metà

Uno sguardo alla qualità della vita nelle province italiane
Secondo i dati del Sole 24 Ore Perugia è al 49° posto e ha perso 5 posizioni, mentre Terni è salita al 59° guadagnandone 9. I dettagli di una classifica che divide il Nord dal Sud, con il Centro a mezza via.

di Nicola Campagnani, Davide Serusi e Nicolò Canonico

I dati parlano chiaro: al Nord si vive bene, decisamente meglio rispetto al resto d’Italia. Secondo l’annuale rapporto del Sole 24 Ore la qualità migliore della vita è nella provincia di Belluno, in Veneto. Aosta e Sondrio si stagliano al 2° e 3° posto della graduatoria. Bisogna scorrere fino all’11° posto per trovare il Centro (Siena) e addirittura al 52° per il Sud (Oristano). Per quanto riguarda le grandi province, quella di Milano è all’8° posto, Firenze al 12°, Roma al 24°, Torino al 40° e Napoli al quartultimo posto. Le maglie nere spettano a Reggio Calabria, Taranto e Caserta che chiudono la classifica delle 110 province italiane.

La classifica nazionale
Graduatoria che in alcuni casi restituisce dei forti contrasti, anche a causa della grande diversità degli indicatori scelti per formare le varie categorie: Milano, ad esempio, è al decimo posto in fatto di “Ambiente e servizi”, trascinata in alto dalla spesa sociale da parte degli enti locali, ma è la terza peggior provincia d’Italia per consumo di suolo. Un’altra curiosità riguarda Ascoli Piceno: prima per “Lavoro e innovazione”, ma con una scarsissima diffusione della banda larga. Il colmo lo raggiunge però Matera, scelta come Capitale europea della cultura per il 2019: nella classifica del Sole 24 Ore la città lucana è solo 97ª nella categoria “Cultura e tempo libero”.

Le province umbre
Rispetto allo scorso anno la provincia di Perugia perde cinque posizioni, mentre Terni ne guadagna ben nove. Nelle sei categorie di riferimento il capoluogo è al 24° posto per cultura, tempo libero e partecipazione, mentre Terni è al 36°. Nella sezione ambiente e servizi il divario è più netto: Perugia 28ª e Terni 54ª. Numeri simili anche per demografia e società (30° posto e 59°). Per quanto riguarda lavoro e innovazione Perugia è 46ª con Terni 65ª. Dati negativi quando si parla di ricchezza e consumi con la provincia perugina che scivola al 65° posto e quella ternana al 70°. L’unica categoria dove Terni (42ª) “batte” Perugia (85ª) è quella di giustizia e sicurezza, una posizione da matita rossa per il capoluogo.

Analizzando le sezioni in profondità, la provincia di Perugia è al 2° posto per numero di sportelli bancari, Atm e Pos attivi (calcolati ogni 1000 abitanti) e 4ª per numero di librerie (ogni 100mila abitanti). Numeri positivi anche per quanto riguarda la media di anni di studio (13ª), con dati più che buoni sull’acquisto di beni durevoli (18ª posto), analizzata considerando la spesa media delle famiglie. Le posizioni della provincia perugina mostrano pochi furti di auto, tanti laureati, alte percentuali di impieghi sui depositi bancari e di imprese registrate. Positivo anche il dato sull’ecosistema urbano e sulla densità demografica.
Le note dolenti sono il gap retributivo (85ª), scippi e borseggi (83ª), la lungaggine della cause in tribunale ma soprattutto la spesa in farmaci (96ª).

La provincia di Terni spicca positivamente per la cultura: è all’ottavo posto per numero di spettacoli e 21ª per presenza di librerie. Poche rapine e furti di autovetture, bene anche la densità demografica (31ª) che fa da contraltare al basso tasso di natalità (95ª) e all’indice di vecchiaia (97ª). Piange il settore turistico: la provincia ternana è all’82° posto per introiti dai viaggiatori stranieri, che spendono poco anche per il basso numero di strutture come bar e ristoranti. E a proposito di spese, la provincia sprofonda al 94° posto nella classifica degli acquisti online e all’89° per spese in farmaci.

Numeri e variabili
È giusto ricordare che si tratta di numeri e interpretazioni, non di valori assoluti. Il giorno prima della pubblicazione della classifica da parte del Sole 24 Ore, ItaliaOggi aveva reso nota la propria ricerca con dei risultati parzialmente diversi, a partire proprio dall’Umbria: in questo caso Perugia sarebbe in crescita rispetto al 2016, passando dalla 29ª alla 24ª posizione. Stesso discorso per Terni, da 73ª a 66ª. Per ItaliaOggi il capoluogo umbro guida il gruppone di 29 province con una qualità della vita “accettabile”, mentre la “città dell’acciaio” resta tra quelle in cui è “scarsa”. Quello su cui concordano le due classifiche è che l’Italia viaggia a due, se non tre velocità diverse, con un Sud profondamente arretrato rispetto al Nord-est e un Centro che rischia di spaccarsi tra chi è ancora in grado di tenere il passo delle province più ricche e chi sta pericolosamente scivolando in una situazione di arretratezza economica e sociale.

Autore

Nicola Campagnani

Nato a Narni (TR) il 25 settembre 1990. Laurea triennale e magistrale in Filosofia all'univestità La Sapienza di Roma. Dal 2016 è praticante presso la Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.