Carola Frediani è giornalista esperta in cybersicurezza e diritti digitali ed è ideatrice del progetto d’informazione indipendente Guerre di Rete. Al Festival internazionale del giornalismo di Perugia, abbiamo parlato con lei di guerra in Ucraina, del crescente ruolo dei social nel conflitto e di intelligenza artificiale.
Quale è stato l’apporto delle nuove tecnologie nel conflitto in corso? «C’è stata una guerra sul campo, ma si è aperta anche una continua guerriglia informatica. Abbiamo visto l’utilizzo di droni che hanno giocato un ruolo molto importante, così come dei servizi satellitari. Ci sono stati anche attacchi informatici, come nel caso del sistema satellitare Viasat, colpito in concomitanza con l’invasione, provocando grandi problemi alle infrastrutture digitali».
In questo primo anno di guerra quale è stato il ruolo dei social? «Telegram è stato uno dei social più utilizzati per le comunicazioni, in entrambi i campi. C’erano chat Telegram, in particolare nel campo ucraino, che segnalavano la presenza e la posizione di obiettivi russi. Twitter è stato importante: proprio qui ci fu l’appello del governo ucraino a Elon Musk perché gli fornisse il sistema satellitare Starlink, vitale per garantire le comunicazioni. Ma c’è stato anche un interessante uso di Tik Tok sia per documentare la guerra, sia per fare propaganda e disinformazione».
A proposito di Twitter, che futuro vedi per questa piattaforma? «Musk ha fatto tutta una serie di scelte in controtendenza rispetto al passato di questo social. Per esempio la funzione delle spunte blu, che accreditavano account ufficiali o canali di informazione affidabili. C’era anche un team che si occupava della sicurezza della piattaforma e degli utenti. Rischia di diventare una piattaforma molto polarizzata».
L’intelligenza artificiale come potrà cambiare le nostre vite? «È già tra noi e sta già influenzando le nostre vite. Prima magari era meno visibile e ora lo è di più, anche per precise scelte di marketing. Molti strumenti che utilizziamo saranno potenziati e funzioneranno ancora meglio, ma siamo già immersi nell’epoca dell’intelligenza artificiale».