Liste d’attesa, la denuncia del Tribunale del malato: «In Umbria situazione insostenibile»

La coordinatrice Isa Miranda Zucca: «Impossibile, per chi prende 500 euro di pensione al mese, pagarne 200 per una visita specialistica»
Gravi ritardi anche negli interventi: per il tumore alla prostata si arriva a cinque mesi di attesa, quando il limite è di 30 giorni

File infinite di pazienti bussano alla porta e si lamentano della situazione in Umbria, in primo luogo per i tempi biblici delle liste di attesa. Gli sportelli del Tribunale del Malato, ramo dell’associazione Cittadinanza Attiva che affianca i cittadini nella tutela dei loro diritti in ambito sanitario, da mesi si trovano di fronte a una situazione con pochi precedenti. «Ma l’Umbria – dice la coordinatrice Isa Miranda Zucca – è un quartiere e mezzo di Roma, non è che dobbiamo ristrutturare la sanità della Lombardia o dell’Emilia Romagna». I margini di intervento – sottolinea – ci sarebbero.

Le criticità – La denuncia di Zucca è a 360 gradi: dalle questioni di competenza territoriale, per cui chi abita a 10 km dal Silvestrini si trova a doversi rivolgere all’ospedale di Castiglion del Lago, alla carenza sempre più grave di personale. Chi lavora nel settore «è teso, stanco e demotivato, e ne va a risentire il rapporto con la gente». OSS, infermieri, medici e soprattutto medici di base. Zucca fa l’esempio degli abitanti della Val Nerina, costretti a percorrere chilometri per raggiungere il loro medico. «Gli anziani non autonomi sono costretti ad affidarsi all’accompagnamento di qualcun altro. Per fortuna ci sono associazioni come Auser, che col Filo d’Argento se ne occupano».

Gli esami – I problemi più grossi sono legati alle liste d’attesa: «Adesso anche le persone con patologie molto gravi hanno difficoltà nel fare gli esami, quando una volta c’erano corsie preferenziali». Questo pone il cittadino davanti a una scelta: aspettare, rischiando la propria pelle, o rivolgersi al privato. Una scelta, però, che crea disuguaglianza e discriminazione: «Se paghi uno specialista 200 euro o un esame 300 euro quando ne prendi 500 di pensione, poi che mangi?».

I dati – Dal monitoraggio delle attese, redatto dalle Usl per obbligo di legge, nel distretto Umbria 1 ci sono difficoltà evidenti rispetto al passato. Sulle tomografie, per esempio, la situazione dell’Assisano è critica anche a livelli alti di priorità. Nella stessa area territoriale, nel 2019 non c’erano problemi. Anche in caso di interventi urgenti come quelli per il tumore alla prostata, che andrebbero operati entro il mese nel 90% dei casi, i numeri umbri si assestano al 18% (dato peggiore in Italia).

Le prospettive – «Quando la gente viene da noi in ufficio si dispera, piange, è triste e disamorata verso il sistema – continua Zucca – I nostri operatori escono provati ogni giorno, perché devono ascoltare storie durissime ma hanno la possibilità di intervenire solo fino a un certo punto». Mancano all’orizzonte, infatti, disegni organici sulla sanità pubblica che possano realmente migliorare la situazione: «nella disgrazia di stare male – conclude Zucca – devi avere la certezza di andare in strutture che ti possano risolvere il problema. È questo il punto a cui dobbiamo arrivare».

Autore

Federico Cristiani

Nato a Pisa il 31/12/1998. Laureato in Lettere Moderne all'Università di Pisa. Giornalista praticante del XVI biennio della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia.