Fake news e truffe online: come smascherare chi c’è dietro

Al Festival del giornalismo di Perugia un workshop per risalire a chi fa disinformazione sul web
Craig Silverman: «Per combattere questo fenomeno c’è bisogno che sempre più persone conoscano queste tecniche»

Non solo fact-checking. Oltre a verificare le notizie che circolano sulla rete è possibile, tramite una serie di strumenti online gratuiti e di libero utilizzo, scoprire chi c’è dietro ai siti che sistematicamente diffondono le fake-news. Infatti, anche se di norma scoprire chi è l’intestatario di un sito web è un’attività semplice (l’elenco dei domini internet è consultabile pubblicamente), quando si tratta di diffusione di notizie false o di tentativi di truffa la situazione si complica. Chi usa il web per attività illecite o poco trasparenti mette in atto degli escamotage per nascondere la propria identità.

La pubblicità sul web – L’altro aspetto sono le inserzioni online, le pubblicità che appaiono nelle pagine web che visitiamo: capire chi finanzia un sito comprando spazi pubblicitari che poi verranno mostrati su di esso è utile per farsi un’idea della reputazione e dell’affidabilità dello stesso. Il giornalista canadese Craig Silverman, uno dei massimi esperti mondiali di disinformazione e giornalismo investigativo digitale, ha messo a punto una guida pratica per fare ricerca proprio su questi ambiti e “smascherare” chi sta dietro a questi siti, il tutto usando il proprio computer. Lo scopo è istruire i giornalisti che vogliono realizzare inchieste nel digitale. «Avere gli strumenti è utile – spiega l’esperto – ma, soprattutto per un giornalista, è fondamentale farsi le domande giuste».

Craig Silverman nel 2016 e nel 2017 collaborò a due inchieste, realizzate dal giornalista italo-inglese Alberto Nardelli e pubblicate sul sito BuzzFeed, in cui venivano ricostruite le reti di disinformazione collegate anche ad alcuni movimenti politici italiani. «Fare questo tipo di indagini porta a scoprire connessioni tra singoli siti web che sono apparentemente scollegati», spiega Silverman. La pubblicazione delle inchieste portò alla chiusura dei siti che diffondevano fake news, segno che fare questo tipo di giornalismo può avere un impatto concreto.

Autore

Silvia Serafini

Nata nel 1992 ad Ascoli Piceno. Laureata in Comunicazione e culture digitali all'Università di Macerata con una tesi sul giornalismo d'emergenza. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia