“Gli Stati Uniti d’America contano oltre 2 milioni di persone detenute nelle carceri dei vari stati. E le carceri sono un news desert, un deserto di notizie”. Lawrence Bartley è fondatore e direttore di News Inside, testata cartacea quadrimestrale, lanciata nel 2019, che oggi viene distribuita in 749 strutture di detenzione statunitensi, vincitrice nel 2020 dell’Izzy Award per i risultati raggiunti tra i media indipendenti. Al dibattito del Festival del giornalismo di Perugia intitolato “Lightning talks: parliamo di disinformazione”, Bartley non usa mezzi termini. Il suo giornale tratta di temi e storie legate alla cronaca giudiziaria e al diritto penale, ed è pensato dall’inizio alla fine per essere fruito solo tra le comunità di carcerati: un pubblico dimenticato dai media mainstream, che ha bisogno di canali di informazione e comunicazione con la società esterna.
Contenuti a prova di censura– Il primo ostacolo per Inside News è stato superare lo screening all’ingresso delle strutture. “Potete immaginare – continua Bartley – quanto gli addetti siano puntigliosi nei controlli di ciò che circola all’interno degli istituti carcerari. Bastano una parola o un concetto fuori posto rispetto a regole e leggi in vigore in quel momento nello Stato di riferimento e la pubblicazione rischia di essere bocciata”. I primi numeri di News Inside sono stati introdotti nelle strutture grazie all’aiuto dei bibliotecari interni e dei volontari dei progetti di educazione rivolti ai detenuti. In seguito, quando il giornale ha iniziato ad essere pubblicamente approvato dai responsabili degli istituti, la distribuzione è diventata più capillare. “In alcuni casi – spiega sempre Bartley – i detenuti hanno a disposizione dei tablet specifici per leggere il giornale. Anche una persona libera può sottoscrivere l’abbonamento al giornale a nome di un detenuto e noi facciamo in modo che una copia arrivi al destinatario”.
Non solo carta – La creazione di questo giornale “carcerario” è stata possibile grazie ai finanziamenti del The Marshall Project, un’organizzazione no-profit che si occupa di informazione giudiziaria negli Stati Uniti, il cui scopo è tenere alta l’attenzione dei cittadini statunitensi sulle dinamiche legate agli istituti di detenzione. La forza di News Inside, come racconta Bartley, è stata quella di partire dalle istanze dei detenuti per sviluppare la giusta linea editoriale: nei numeri più recenti sono comparse addirittura rubriche dedicate alla “cucina da prigione”. “Quando è scoppiata la pandemia da Covid-19 – spiega ancora – abbiamo ricevuto molti messaggi di detenuti che volevano avere informazioni sui vaccini, sui dispositivi di protezione e in generale su quanto stesse succedendo all’esterno. Ci siamo anche resi conto di quanto fosse alto il tasso di analfabetizzazione dentro le carceri: per ovviare al problema, abbiamo ideato Inside story, una sorta di telegiornale dedicato ai carcerati”. La serie di Inside story, costola video di News Inside, è diffusa all’interno di oltre 340 istituti di pena dei vari stati degli Usa, e in alcuni casi i responsabili delle strutture hanno dato l’ok affinché possa essere trasmessa nelle TV a circuito interno. “Per noi – conclude Lawrence Bartley – è importante che i detenuti ricevano notizie utili e stimolanti per loro. Essere rinchiusi dietro le sbarre per lungo tempo fa perdere i propri obiettivi: io e gli altri giornalisti di News Inside cerchiamo di tenere viva la voglia di resistere”.