Quanto è difficile ripartire. Lo sa bene Domenico Ignozza, generale in pensione che dirige il Coni umbro dal 2013 e che ha dovuto attivarsi quando le cose sembravano irrecuperabili nel mondo dello sport, soprattutto giovanile. «È stato durissimo – racconta nel suo studio, pieno di riconoscimenti e gagliardetti – questi anni senza sport hanno fatto male alle ragazze e ai ragazzi. È una ferita che si porteranno dietro per tutta la vita». Vedere campi e palestre vuote ha sconvolto Ignozza che, grazie al suo ruolo, ha potuto sostenere i movimenti sportivi.
Sicurezza e soldi – L’impegno principale del Coni è stato quello di garantire una ripartenza sicura ma, prima di questo, ha dovuto capire cosa fare per tenere in piedi le piccole realtà che popolano l’Umbria. «Tante società – racconta il Presidente – sono sparite perché le perdite erano insostenibili. È come se si fossero spente delle luci: è una perdita incalcolabile. Alcune hanno resistito e resistono ancora, ma sono in difficoltà, perché i numeri degli iscritti sono ridotti ancora oggi».
Famiglie in difficoltà – Lo sport è un motore essenziale delle comunità e spesso, anche prima della pandemia, tante famiglie facevano fatica a pagare le quote di iscrizione dei figli. Il Coni è intervenuto anche qui: «Abbiamo convinto la regione a sbloccare un fondo di 2 milioni per venire incontro ai genitori. Spesso pensiamo che la pandemia abbia annullato lo sport solo sul campo, ma a cascata coinvolge tantissimi aspetti. Se una famiglia aveva un locale che ha chiuso a causa del Covid, come fa a pagare l’iscrizione in piscina dei figli?».
Ripartenza sicura – Oggi però le cose sembrano essere diverse. La curva pandemica sta rallentando e, via via, tutte le attività che nel 2019 sembravano ovvie, provano a ripartire. «Se fossi un bambino o un genitore non mi preoccuperei – rassicura Ignozza -. Posso garantire che lo sport in Umbria è sicuro al 100%. Vedo ogni giorno l’impegno che i tanti volontari mettono per sanificare le strutture e per garantire la sicurezza».
Carenze strutturali – Il problema però, è che lo sport in Umbria, come in molti altri contesti, fatica a sopravvivere a causa delle enormi pressioni strutturali: «Spesso è dura tener conto di tutte le spese che le società hanno. Chi è riuscito a sopravvivere alla pandemia nonostante le chiusure ha dovuto fare rinunce enormi – conclude il Presidente del Coni umbro -. Ora può provare a rialzarsi, ma i rincari complicano da subito la strada. La speranza è tanta, noi ci impegniamo a livello istituzionale, ma per mettersi tutto alle spalle ci vorrà ancora tempo».