Piccoli comuni e Pnrr: grandi sogni, piccoli passi

Progetti ancora da definire, tempi ristretti e un coordinamento non sempre eccellente: i piccoli Comuni alla prova del Next Generation EU
Paoluzzi, sindaco di Penna in Teverina: «C’è il rischio che le realtà più piccole rimangano senza finanziamenti. Fondi Europei non spesi? Problema che ha radici profonde»

Se il 2021 è stato l’anno della ripartenza, nel 2022 si punta ad una nuova crescita nel Bel Paese e l’Umbria non vuole farsi trovare impreparata, in particolare i piccoli comuni. L’occasione dei fondi europei che arriveranno con il Pnrr è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire eppure, nonostante le prime scadenze per la consegna di progetti siano ormai alle porte, la strada è ancora tutta in salita.

Progetti più importanti – Per l’Umbria, il Pnrr prevede circa 3 miliardi di euro da spendere. L’obiettivo per i piccoli comuni è riuscire a combattere il crollo demografico, attraverso interventi infrastrutturali per valorizzare le bellezze della regione. «Stiamo discutendo dei lavori riguardo il lungolago, l’investimento sull’elettrico e sul trasporto» spiega Sandro Pasquali, sindaco di Passignano sul Trasimeno. Centrale è la questione dei borghi e del ripopolamento di queste zone. «Ad esempio Castel Rigone – sottolinea Pasquali – ha un centro storico molto bello da valorizzare, però serve del lavoro per rimetterlo a nuovo». Anche a Scheggino i piani per investire i fondi europei non mancano: «Abbiamo già portato alla regione alcuni progetti molto grossi per il nostro comune – spiega il sindaco Fabio Dottori –. Il primo è la rivalutazione del parco di Valcasana. C’è un’importante attività di tempo libero, sport e ristoranti a cui serve una rigenerazione. Poi dobbiamo rifare la pavimentazione di alcuni centri storici, che sono rovinati».

Fondi Pnrr per l’Umbria di Filippo Monetti

Lo stato dei lavori – Attualmente, però, i lavori per il Pnrr in Umbria non procedono lentamente. «Non si è ancora deciso come utilizzare i fondi. Il nostro obiettivo – spiega ancora Dottori – è valorizzare i piccoli borghi, combattendo lo spopolamento. Infrastrutture, strade, fibra: il Pnrr è l’occasione per migliorare questi servizi». Una situazione ancora in divenire confermata anche da Stefano Paoluzzi, sindaco di Penna in Teverina: «Il processo decisionale sui fondi è ancora in atto. Ci sono diversi incontri e webinar sull’argomento ancora in corso insieme all’Anci. Noi stiamo ancora lavorando ai progetti e non abbiamo ancora presentato nulla di concreto».

Le criticità – L’Italia ha un record negativo per quanto riguarda fondi europei ottenuti e non spesi. Il nostro Paese è infatti ultimo per risorse UE spese, e senza piani precisi di investimento l’Italia non otterrebbe i fondi stanziati dal Next Generation Eu previsti per il Bel Paese. In Umbria però i lavori procedono a rilento, complice anche una comunicazione non sempre efficace tra le parti, in particolare tra Regione e piccoli comuni: «Credo che sia mancato un po’ di coordinamento – spiega Paoluzzi –. Non si è capito quali progetti avranno la precedenza. C’è il rischio che i comuni con forza progettuale inferiore, rimangano senza fondi perché hanno meno personale. Soldi Europei non spesi? Problema che ha radici profonde. Posso solo augurarmi che col Pnrr si inverta questa tendenza». Il problema si trova però a monte. La stessa Regione non sta avendo vita facile, problemi di organizzazione che ricadono sui piani più bassi. Mancano le linee guida sulla presentazione dei vari progetti, e non si sa quali possano avere più probabilità di venire approvati e quali invece no. Previsioni per i primi cantieri? I primi cittadini dei piccoli comuni non sono molto ottimisti e sono convinti che prima di metà 2023 non partirà ancora alcun progetto di quelli promossi con il Pnrr.

Autore

Filippo Monetti

Nato a Bologna il 11/09/1996. Laureato in Scienze della Comunicazione all'Università di Bologna. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.