Io, giovane di CasaPound

CPI è un movimento politico e culturale di ispirazione neo-fascista, spesso al centro di polemiche
Tre militanti di Terni, Perugia e Trevi: i perché della loro adesione, dai riferimenti culturali alla violenza e la competizione politica

Fuori, bandiera delle Fere e tricolore italiano. Sulle pareti, i volti di Mussolini, Mishima, Evola. «Un amico mi invitò. All’inizio non ero molto convinto per via della fama di CasaPound». David Catellani, 23 anni, è uno dei giovani di CasaPound Terni, a cui aderì nel 2018. «Mi colpì – racconta – l’inclusività rispetto ad altre esperienze precedenti, come la Lega. Lì mi coinvolgevano solo per eventi particolari». E in CasaPound Italia (CPI)? «Venivo a conoscere la gente, a parlare, sembrava di stare tra amici. Siamo una comunità molto attiva sul territorio. E poi c’è l’aspetto politico, in cui io mi rivedevo».

David Catellani

Con il coinvolgimento cambia anche il ruolo. «Sono passato da simpatizzante a prospect (uno step prima del militante). Ho iniziato a portare il pacco con il cibo alla gente per il banco alimentare. Poi il volantinaggio per il reddito di natalità, gli striscioni, le pulizie dei parchi». Una parola spesso accostata a CPI è fascismo. «Siamo nel terzo millennio, non siamo né di destra né di sinistra. Condividiamo degli aspetti del passato, ci ricordiamo dei defunti, ma non vogliamo la dittatura». L’altra è violenza. «Qui a Terni è sempre solo verbale». Negli scontri di aprile, davanti a Montecitorio, per la manifestazione “Io Apro” – lanciata da ristoratori e commercianti contro le chiusure dovute alla pandemia – però CasaPound c’era e secondo le cronache ha avuto un ruolo determinante nell’alzare il livello di tensione. «È gente disperata che vede la propria vita sgretolarsi. Io capisco la degenerazione. Noi non assaltiamo le “guardie”», si difende David, «ma le grandi manifestazioni – è la sua teoria – finiscono spesso in violenza».

Perugia – Al PalaBarton incontriamo un militante perugino che preferisce rimanere anonimo. Racconta della disistima per l’attuale destra italiana, rappresentata da Salvini e Meloni, e della convinzione che il posto dell’Italia sia fuori dall’Unione Europea. Ma come si arriva fino a CasaPound? «La mia passione politica nasce da quella per la storia. A 15 anni leggevo Marx, il subcomandante Marcos, Che Guevara, il giovane Mussolini e seguivo con attenzione tutti i movimenti, anche di sinistra. Il Blocco Studentesco (organizzazione giovanile di CPI) andava oltre gli schemi. Era un’idea di fascismo sociale che mi piaceva». In Fratelli d’Italia o Lega forse inciderebbe di più. «Io non ho iniziato a fare politica per fare politica. Per me è attività ludica, sportiva, aggregativa. È portare in un contesto il vero vivere».

La svolta umbra – Con la giunta Tesei l’Umbria, storica regione rossa, ha svoltato a destra. Ma, per questo militante, poco è cambiato. «La politica é marketing. È sposare la causa del globalismo. Noi – come i futuristi – siamo per spezzare il grigiore». Che senso ha un impegno senza una possibilità di cambiare le istituzioni? «Io sono consapevole che non vincerò. La mia è una lotta contro i mulini a vento, che però non finirà mai. Ma questa lotta, dentro il sistema, non si può fare».

Saverio Andreani

Trevi – Saverio Andreani, 30 anni, è avvocato e consigliere comunale di opposizione a Trevi. È stato eletto con una lista civica. «A casa mia si mangiava pane e politica. Nonno fascista, nonna democristiana. Padre missino, mia madre invece di sinistra. E ho anche uno zio dell’Udc». La scelta di CPI non era quindi scontata. «Avevo 15 anni. Mi stregò Cuori Neri (libro di Luca Telese sui ragazzi di destra morti durante gli anni di piombo, ndr). Era anche il periodo delle occupazioni di CasaPound come risposta all’emergenza abitativa. Ho sempre avuto un forte senso di giustizia sociale». Un tema spesso considerato di sinistra. «Per la nostra generazione, sì. Ma le basi del welfare state le ha messe il fascismo».

Un percorso lungo – «Ho iniziato a Perugia. Poi ho aperto la sezione del Blocco Studentesco di Foligno. Al liceo sono stato rappresentante d’istituto, ho fatto politica anche in università. Il mio impegno continua a Trevi». CPI però ha lasciato la competizione elettorale. Come conciliare queste due cose? «Essere di CasaPound vuol dire credere in certi valori. Nulla vieta di candidarsi in liste civiche o altri partiti. Personalmente seguo molto Fratelli d’Italia, più coerente rispetto alla Lega, che è passata dal governo Conte I a Draghi».

Autore

Gianluca Carini

Nato a Palermo il 13/12/1992. Laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Milano. Giornalista praticante del XV biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.