Ecco le pandemie che hanno cambiato il mondo

La storia dell’uomo è scandita da momenti in cui virus e batteri hanno bussato alle porte della società. Alcuni l'hanno sconvolta
La peste accelerò il crollo dell’Impero romano, la Spagnola colpì un terzo degli abitanti del pianeta

Imperi, fine corsa – Nel 165 d.C., l’Impero romano fu scosso da un’ondata di morti improvvise. La peste antonina, probabilmente vaiolo o morbillo, imperversò per oltre trent’anni, uccidendo tra i 5 e i 30 milioni di persone, tra cui l’imperatore Lucio Vero. Secondo lo storico tedesco Barthold Georg Niebuhr, il mondo antico non si riebbe mai dal colpo inflitto dalla piaga, che creò le condizioni per il declino dell’Impero romano d’occidente. Ancora più letale fu la peste di Giustiniano, uno spartiacque tra l’Antichità e il Medioevo. Dal 541 d.C. colpì a più riprese molti paesi del Mediterraneo tra cui l’Italia, mietendo circa 50 milioni di vittime.I suoi effetti economici, demografici e bellici condizionarono le mire espansionistiche dell’Impero romano d’oriente e accelerarono la sua caduta.

La peste nera – Lo stesso batterio che aveva portato alla fine dell’Impero romano d’oriente tornò in Europa nel 1348. Si trattava dello Yersinia pestis, trasmesso dal morso delle pulci che vivono sui ratti. Nel giro di due anni uccise 25 milioni di persone. Quasi un europeo su tre. La peste nera – così chiamata per le macchie che comparivano sul corpo dei malati – intensificò devozione e superstizione tra le gente. Le processioni per le strade erano continue e gli ebrei e i lebbrosi venivano perseguitati poiché accusati di aver scatenato l’ira divina. Secondo alcuni storici come Egon Friedell, la peste nera portò alla fine del feudalesimo, gettando le basi per la nascita del capitalismo.

La Spagnola – La peggiore pandemia della storia contemporanea arrivò tra il 1918 e il 1920. Il primo conflitto mondiale era ancora in corso e le precarie condizioni igienico-sanitarie delle trincee della Grande guerra probabilmente ne favorirono la diffusione. L’influenza spagnola provocò tra i 40 e i 50 milioni di morti, contagiando quasi un terzo della popolazione del globo. Diversamente dalle altre epidemie influenzali, questa uccise prevalentemente giovani adulti, con un’età compresa tra i 20 e i 40 anni. Il virus rallentò le attività belliche su tutti i fronti e contribuì, sul lungo periodo, alla diffusione dell’assistenza sanitaria universale.

Aids – Probabilmente nessuna pandemia ebbe un impatto così forte sulla cultura occidentale. Stati Uniti, 1980. Alcune persone iniziarono ad ammalarsi misteriosamente. Nel giro di tre anni venne individuato come responsabile il virus della immunodeficienza umana, l’HIV, che gli studiosi generalmente ritengono derivi dal virus dell’immunodeficienza della scimmia. Temi come l’omosessualità, la tossicodipendenza, la contraccezione entrarono nel dibattito pubblico, accompagnato da un campionario di fake news e stigmi contro le minoranze. Allo stesso tempo però emerse l’attivismo nell’ambito della medicina: vennero creati gruppi di aiuto per i malati e si regolamentarono l’assistenza domiciliare e il day hospital. Ad oggi, le vittime in tutto il mondo sono 32 milioni.

Autore

Bianca Giammanco

Nata a Palermo il 9 Giugno 1995. Laureata in Scienze della comunicazione presso l'Università della Svizzera Italiana (Lugano), con un periodo di studio all'Université Lumière Lyon II in Francia. Giornalista praticante presso la Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia e studentessa del corso 2019 della Scuola di Politiche.