Siamo tutti “Human Beings”

Giovani, disoccupati e migranti “in cerca d’autore” trovano accoglienza e integrazione nel progetto artistico made in Perugia, che da 25 anni li porta in scena

Sotto al colonnato della scuola media San Paolo, sfilano facce sorridenti e curiose, poco più mature degli adolescenti che la popolano quotidianamente. Volti che raccontano origini lontane, voci e accenti che si intrecciano in una chiassosa Babele, si smorzano nella penombra dei corridoi fino a scomparire davanti all’accogliente benvenuto dei volontari che gestiscono il corso. Per loro niente libri di storia o matematica, ma lezioni di integrazione e umanità, da apprendere sul palcoscenico.

IL PROGETTO TEATRALE – I ragazzi sono qui per la presentazione del laboratorio teatrale Human Beings: per tre mesi, chi vorrà potrà partecipare a un’esperienza “senza confini”, una serie di incontri bisettimanali in cui confrontarsi con gli altri ma soprattutto con se stessi. Un corso diviso in moduli trimestrali, pensato per venire incontro alle esigenze anche di chi magari si trova a Perugia solo per un semestre universitario. Superando le barriere linguistiche e culturali, si va alla ricerca “di ciò che ci accomuna, che ci rende simili gli uni agli altri, che ci fa essere umani, cioè human beings”.

Il laboratorio Human Beings
Tempo di prove per i partecipanti al laboratorio di improvvisazione teatrale Human Beings

LA FILOSOFIA DI HUMAN BEINGS – Un’avventura che va avanti da 25 anni, e che grazie al patrocinio della Regione Umbria, del Comune di Perugia e dell’Università per Stranieri riesce a mantenere intatte le sue premesse di universalità: il laboratorio è aperto a tutti ed è gratuito. Un impegno spesso gravoso. «Adesso siamo un po’ in difficoltà perché alcuni finanziamenti sono venuti meno. Ma abbiamo mantenuto la regola della gratuità perché rimanga solo il piacere di stare insieme», spiega Danilo Cremonte, presidente dell’associazione culturale “Smascherati!” e ideatore e direttore artistico di Human Beings.

GLI SPETTACOLI – Il laboratorio è una palestra di improvvisazione teatrale, in cui studenti, lavoratori, disoccupati, migranti, richiedenti asilo e rifugiati possono dare libero sfogo a creatività ed emotività. Una serie di “giochi scenici” si rifanno al teatro contemporaneo del ‘900, fra Dadaismo e Surrealismo. Esercitazioni di recitazione che li aiuteranno a scoprire le interazioni umane con leggerezza e ironia.

Lo spettacolo spesso non si basa su un’opera o un testo di riferimento, ma viene costruito assemblando le migliori improvvisazioni nate durante il corso. Nei 29 spettacoli realizzati dal 1994 ad oggi, ricordi e frammenti di vita vengono portati in scena tramite scelte inedite di gestualità e musiche.

I PARTECIPANTI – I migliori sponsor del progetto restano gli “attori in erba”: una volta terminato il laboratorio, molti diventano volontari per l’associazione, recitando e dando una mano con l’organizzazione delle performance. Jhans, Lee, Jean-Philippe e Stefan ne sono l’esempio: hanno dai 21 ai 30 anni, provengono da quattro Paesi di quattro continenti diversi, dal Perù a Taiwan, dal Camerun alla Moldavia. Jhans è un immigrato di seconda generazione, cresciuto a Perugia, mentre gli altri sono arrivati in Umbria per studiare e lavorare. Sono loro che, nella sala gremita di oggetti di scena e memorabilia, si affrettano a dare informazioni in cinque lingue diverse ai nuovi arrivati, che smaniano per non perdersi le spiegazioni dei “veterani”.

Nei loro racconti Human Beings è molto di più di uno svago serale: una comunità coloratissima e multiculturale, dove curare la nostalgia di casa con l’arte della commedia. Perché, come scriveva Charles Bukowski in Storie di ordinaria follia, «La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto».

Autore

Valentina Celi

Nata a Catanzaro il 01/06/1989. Laureata in Relazioni Internazionali presso La Sapienza di Roma. Giornalista praticante del XIV Biennio della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.