La conca dell’arte contemporanea

Terni negli anni '70 era l'epicentro umbro del collezionismo privato e ancora oggi resiste come polo di attrazione per giovani artisti
La storia di Adriano Ronchini, il dirigente d'azienda che contribuì a creare in città una cerchia di estimatori d'arte, tutt'ora attiva

L’arte e l’acciaio – Acciaio: l’associazione con la città è scontata. Ma la corazza industriale di Terni nasconde un tesoro di arte contemporanea noto solo ad appassionati e addetti ai lavori. Fin dagli anni Sessanta, infatti, molti collezionisti acquistarono per le proprie case opere di artisti come Andy Warhol, Mario Schifano, Mimmo Rotella, Alighiero Boetti, che oggi non hanno bisogno di presentazioni. Allora, invece, erano degli emergenti semi sconosciuti e ci voleva qualcuno che li presentasse e ne facesse apprezzare le realizzazioni in una città dove l’industria – non solo l’acciaio – e i servizi connessi avevano portato ricchezza, e quindi capacità di investimento. A Terni questo ruolo è stato di Adriano Ronchini.

Collezionista per caso – Tutto cominciò un garage. Ronchini era un dirigente della Plasmon e nei suoi viaggi di lavoro tra Terni e Milano si fermava spesso a comprare opere d’arte da un commerciante del Modenese. Il garage serviva a conservare i quadri ricavati durante quelle tappe esplorative per mostrarli agli amici. E’ nata così una collezione che ha dato il “la” ai gusti dei collezionisti ternani per circa un quarantennio. Adriano Ronchini non era isolato a Terni, ma è stato un pioniere: la sua collezione comprendeva Boetti, Michelangelo Pistoletto, oltre a esponenti della Nuova Scuola Romana di San Lorenzo, come Pizzi Cannella, Nunzio, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo. C’era spazio anche per i giovani, come Alex Pinna, Lucio e Peppe Perone e Matteo Basilè. Opere che spaziano dall’arte povera, alla pop-art e all’arte concettuale.

Il circolo – Ci volle poco perché il garage non bastasse più: attorno a Ronchini gravitava una cerchia di estimatori di una cinquantina di persone. C’era chi apprezzava l’impatto visivo ed emozionale delle avanguardie, e chi invece ne calcolava la rivalutazione nel tempo. Venivano invitati gli artisti grazie al rapporto diretto con Ronchini, che spesso li aveva ospiti a casa propria. Non era il solo: l’imprenditore Giancarlo Tonelli, appassionatosi all’arte contemporanea grazie allo stesso Ronchini, ospitava per lunghi periodi il pittore Mario Schifano a casa propria, per farlo dipingere su commissione ed essere certo di non vedersi rifilati dei falsi. E c’è chi dice non fosse il solo ad avere quest’abitudine. Nel 1992, assieme al figlio Lorenzo, Adriano Ronchini aprì a Terni la propria galleria d’arte: fino alla sua morte, nel 1992, fu uno dei punti di riferimento per collezionisti e appassionati, ma anche per molti galleristi e curatori che furono iniziati al mestiere da lui. L’attività, portata avanti dal figlio, fu poi trasferita nel quartiere di Mayfair, a Londra, nel 2012: da tempo infatti Terni non è più il vibrante centro artistico degli anni ’70.

L’eredità e la Terni di oggi – Difficile sapere quanti collezionisti siano rimasti attualmente nella “conca dell’arte”: di sicuro, un piccolo gruppo di collezionisti fa ancora riferimento alla galleria Ronchini, nonostante il trasferimento oltremanica, e presta le proprie opere per mostre temporanee. Un gruppo di loro collabora anche con il museo d’arte cittadino. Anche se i centri nevralgici dell’arte contemporanea si sono spostati nelle grandi metropoli, calamitati dagli eventi dedicati, Terni resta un polo vivace per i lavori degli emergenti: Chiara Ronchini, nipote di Adriano, ha aperto qui una galleria per promuovere artisti nazionali e internazionali. Poi c’è il museo di arte contemporanea Caos – Centro Arti Opificio Siri che attira artisti in città, soprattutto per attività legate alle arti performative e all’arte urbana. Un terreno fertile per la sperimentazione, come quella che a suo tempo conquistò i cuori dei collezionisti ternani, trasformandone le case in piccole esposizioni.

Autore

Pierfrancesco Carcassi

Nato a Padova il 17 maggio 1990. Laureato in Lettere Classiche all'Università Ca' Foscari Venezia. Giornalista praticante presso la Scuola di Giornalismo di Perugia.