Battaglie di quartiere: Perugia tra degrado e riqualificazione

Polizia, edilizia o partecipazione civica: da dove parte la rinascita urbana?
I racconti degli abitanti che vivono nelle zone più critiche della città. La droga il primo dei problemi: diminuiscono i decessi per overdose ma lo spaccio resta un fenomeno diffuso. La riqualificazione tra progetti, successi e difficoltà

«Sono sempre della stessa età. Comprano la droga e vanno via. Dopo un po’ le facce diventano familiari. Sono sempre giovani. Giovanissimi. Qui non ci vuole la polizia, ci vorrebbero i servizi sociali: questi ragazzi sono da salvare». Le parole di Annalisa Maccarelli, responsabile dell’ufficio periferico di Gesenu, nel cuore del quartiere Fontivegge di Perugia, sono quelle di una madre preoccupata. Nel dedalo di cemento e negozi chiusi che si allarga e si restringe tra via Settevalli e via del Macello, le brutte storie che si sentono sono sempre, più o meno, le stesse. Così come i protagonisti: spacciatori, prostitute, tossicodipendenti. Nelle periferie di Perugia, molte notizie di cronaca assomigliano a bollettini di guerra piuttosto ripetitivi: operazioni anti-droga, episodi di violenza, morti per overdose, prostituzione. Quello di Fontivegge è un caso simbolo dei problemi che riguardano diverse zone di Perugia, dal Parco Sant’anna fino al PalaEvangelisti. In una mappa, ne abbiamo individuate alcune.

Il braccio di ferro tra degrado e riqualificazione coinvolge abitanti, amministratori e forze di polizia. Da una parte, i progetti per migliorare la vivibilità dei quartieri degradati partono quasi tutti da interventi urbanistici o di sicurezza. Dall’altra, il filo rosso che lega i problemi percepiti di quei quartieri è la criminalità.

I numeri del crimine – Nel comune di Perugia, la maggior parte delle denunce riguarda i reati di furto (quasi il 50% del totale) o danno alla proprietà (11%). Eppure, parlando con gli abitanti delle periferie, tutti i racconti vertono soltanto su due argomenti: rapine e, soprattutto, spaccio (nonostante insieme rappresentino appena il 3% dei reati denunciati). Negli ultimi anni, nonostante il consistente calo dei decessi per overdose, la criminalità legata alla droga continua a fare ottimi affari. Gli arresti legati al traffico di stupefacenti sono in leggero calo, ma si parla ancora di 122 persone arrestate, tra corrieri e spacciatori, nel periodo 2017-18. Il 22,5% degli arresti totali.

I legami con gli extracomunitari – Una criminalità, quella connessa alla droga, che – secondo i dati della questura – è legata ad alcune comunità di stranieri. Nel 2018, il 68% delle persone arrestate per spaccio è di origine extracomunitaria, il 17% italiana e il 15% comunitaria. L’ultimo rapporto disponibile della Corte di Appello di Perugia conferma «il ruolo predominante degli stranieri coinvolti nel narcotraffico, che in questa regione sfiorano il 65% dei denunciati a fronte di una media nazionale del 38%. I gruppi principali di stranieri operanti nello spaccio in Umbria sono di origine albanese, maghrebina e subsahariana (in particolare nigeriana)».

Ogni strada uno spacciatore – Una delle principali piazze di spaccio a Perugia è localizzata a Fontivegge, dove i residenti pagano di propria tasca un’agenzia di sorveglianza per tenere sotto controllo la zona. Uno degli agenti di sicurezza, che non ha voluto rivelare il suo nome, ci racconta la situazione che vede tutti i giorni: «Il problema degli spacciatori è che quando non riescono a vendere magari scippano o rubano, per far quadrare il bilancio. Sono sempre gli stessi volti, le stesse persone, che conoscono tutti. I capi sono italiani, gli spacciatori stranieri, qui e altrove. Se arrestano qualcuno, lo sostituiscono. La polizia in zona non serve a niente, servono indagini, indagini vere».

Fontivegge Polizia
La stazione di Perugia è sempre presidiata dalla polizia

I progetti del Comune – Le domande di riqualificazione a Perugia, in questi anni, sono state innumerevoli. Così come i progetti. «Ci sono 16 milioni di investimento per le periferie. Quest’estate – ci dichiara l’assessore all’Urbanistica del comune di Perugia, Michele Fioroni – partiremo con le gare di appalto per la realizzazione di una piazza che connetterà la stazione con la zona del co-working e Piazza del Bacio. Realizzeremo anche un terminal per gli autobus». In cantiere anche un percorso ciclabile per collegare l’area di Pian di Massiano con il centro e la stazione.

Fontivegge deve aspettare – Se per l’area di fronte alla stazione ci sono già dei progetti sul tavolo, la zona più critica di via del Macello e via Settevalli dovrà tuttavia aspettare. «Su tutta la parte retrostante la stazione – dice l’assessore Fioroni – interverremo più avanti, nel 2020. Sarà potenziata la pubblica illuminazione e i sistemi di sorveglianza». Intanto, da metà febbraio dovrebbe essere attivo un presidio permanente di polizia a Fontivegge, fortemente richiesto dalla cittadinanza.

Fontivegge Settevalli Notte
La notte in via del Macello

Se questa è riqualificazione – Insomma, ristrutturazione edilizia, telecamere e polizia rappresentano il cuore dei progetti di riqualificazione dell’amministrazione comunale. Una visione totalmente criticata da Mariano Sartore, esperto di tecnica e pianificazione urbanistica dell’Università di Perugia: «Pensare che la riqualificazione passi attraverso telecamere o repressione della criminalità è folle, nonché totalmente inefficace. Non bastano neanche alcuni interventi edilizi fatti qua e là».

Città e società – Da anni, gli esperti insistono sul rapporto stretto che dovrebbe esserci tra società, politica e spazi urbani. Per portare avanti la riqualificazione, dice Sartore, «c’è solo un modo: la riappropriazione dello spazio pubblico da parte della comunità. È necessario avere un piano urbanistico di ampio respiro che a Perugia, oggi, non esiste. Questo perché gli esperti vengono spesso esautorati dalle decisioni».

Il ruolo degli abitanti – Tensioni tra comunità, insicurezza, mancata integrazione. È nelle periferie che questi problemi diventano reali. Per risolverli, fin dove possono arrivare la polizia e i cantieri? Sartore è chiaro, insieme ad amministratori ed esperti c’è un terzo soggetto imprescindibile nella riqualificazione: gli abitanti. Gli unici che hanno una comprensione profonda delle situazioni e delle possibili risposte. Coinvolgendo gli abitanti non solo si ricompongono i legami sociali locali, ma si elabora una progettualità condivisa che a sua volta favorisce la nascita di responsabilità collettiva. Senza comunità e partecipazione, polizia e opere pubbliche non bastano. Senza gli abitanti, la battaglia per il quartiere è già persa.

Autore

Arnaldo Liguori

Nato a Genova nel 1992. Laurea triennale in Scienze Politiche. Laurea magistrale in Mass Media e Politica all'Università di Bologna, con una tesi di ricerca sulla disinformazione online in Italia. Ha svolto un periodo Erasmus a Vilnius, in Lituania. Oggi è giornalista praticante presso la Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia.