Verso il voto

Numeri e informazioni sul rapporto degli italiani con la politica, in vista delle prossime elezioni

Il 2018 sarà un anno di elezioni. Il 4 marzo circa 51 milioni di italiani saranno chiamati alle urne per il rinnovo del parlamento e la conseguente formazione di un nuovo governo. Lo stesso giorno, si voterà anche nelle due maggiori regioni italiane, Lazio e Lombardia, per designare i nuovi presidenti e giunte regionali.

L’incognita maggiore di questo turno elettorale, sarà l’affluenza. Il trend finora è tutt’altro che incoraggiante. Da oltre mezzo secolo, la percentuale dei votanti è calata in modo costante: dal picco di quasi 94% nel 1953 al 75% del 2013. E le previsioni per questo 2018 si attestano addirittura sotto la soglia del 70%. Diversi fattori hanno contribuito a spingere sempre meno italiani alle urne. Certamente si registra una generale e crescente disaffezione verso la politica, che fra le altre cose porta sempre meno persone a interessarsi della cosa pubblica, specialmente i giovani. Il 24% dei cittadini – uno su quattro – dichiara addirittura di non informarsi mai sulla politica.

E poi ci sono gli indecisi, uno spicchio ampio e potenzialmente determinante per circa il 15% degli elettori dichiara, a un mese dalle elezioni, di non sapere ancora se e per chi votare: una percentuale che potrebbe spostare gli equilibri in maniera cruciale, specie in un sistema proporzionale e ormai di fatto tripolare come quello italiano. La percentuale raddoppia fino al 30% se si considera anche chi ha già deciso che si asterrà. Una indecisione che si rifletterebbe, allo stato attuale, anche in una crescente incertezza a livello di risultati: nonostante sia cambiata la legge elettorale, nessuna formazione sembrerebbe in grado di assicurarsi da sola la maggioranza e quindi, sorprese a parte, ci vorranno diversi giorni dopo lo spoglio per sapere chi effettivamente governerà.


Secondo gli ultimi sondaggi di Supermedia, il centrodestra rafforza il suo vantaggio con il 37,1% (259-299 seggi): merito soprattutto di Forza Italia che continua a crescere e raggiunge il 16,6%. Lieve flessione per il centrosinistra, che conferma il trend negativo del Pd fermo al 23,5% (136-176 seggi). Dopo un periodo di incertezza, crescono i Cinque Stelle, che si riportano al 27,6% (139-179 seggi). Nell’ipotetica ripartizione dei seggi, secondo le proiezioni, il centrodestra è quindi avanti, ma lontano dai 316 seggi necessari a garantire la governabilità. Trovare maggioranze sarà dura. Convincere il più alto numero possibile di italiani a votare, anche.

 

Autore

Michele Bonucci

Nato a Perugia il 28/08/1990. Laureato in giurisprudenza, Erasmus all’Universidad Rey Juan Carlos di Madrid. Praticante della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia.