Umbro di nascita, appena ventenne, Alberto Burri inizia a esplorare il mondo come volontario per la sicurezza nazionale italiana (MVSN, le “camicie nere” del regime fascista). Dopo una breve pausa in cui si laurea alla facoltà di medicina di Perugia (1940), viene richiamato alle armi e torna in Africa dove verrà catturato dagli inglesi e consegnato nelle mani degli americani.
L’arte e l’amore in America L’incontro col Nuovo Mondo dà vita al “nuovo Burri”. Il medico, imprigionato nella cittadina texana di Amarillo e privato dei suoi strumenti di lavoro, inizia a osservare lo spazio intorno a sé: da qui l’esigenza di una nuova forma di espressione che sfocia nella realizzazione del suo primo dipinto Texas (1945). Il quadro raffigura il paesaggio che Burri e gli altri prigionieri riuscivano a vedere dal loro campo di prigionia. Il tifernate, di nuovo in libertà dall’anno successivo, vive la sua nuova vita da artista in un continuo viaggio tra Italia, Europa e America. Nel continente d’oltreoceano si svolge inoltre un altro importante evento della vita dell’artista: il matrimonio con la ballerina americana Minsa Craig, 1955, Westport (California). Lo stesso anno J.J. Sweeney, direttore del Solomon R. Guggenheim Museum di New York, gli dedica la prima monografia e espone nel prestigioso museo alcune delle sue opere.
L’Europa e l’arte innovativa Se in America l’arte di Burri nasce, è in Europa che scopre la sua vera essenza. Sono infatti gli anni parigini che lo avvicinano a Miró, alle opere astratte di Alberto Magnelli e alla galleria Drouin, centro di quella che sarà denominata “arte informale”. Proprio in questi anni nascono i primi catrami e prende forma la fase di sperimentazione che porterà ai celebri gobbi, muffe, e sacchi.
Italia e la Biennale di Venezia Oggi le opere di Burri sono presenti in tutto il mondo e in più di venti siti italiani, ma i suoi lavori non hanno sempre avuto vita facile. La sfida più ardua è stata quella della Biennale di Venezia che ha rifiutato di dedicare loro una sala espositiva per ben tre volte, concedendola solo nel 1960 quando Burri era ormai conosciuto ovunque.
Ecco tutti i siti italiani dove si possono ammirare le opere di Alberto Burri