Un aeroporto a bassa quota

Non decolla il nuovo piano di rilancio industriale messo a punto da Sase Spa
I dati e le cifre sullo scalo internazionale dell’Umbria, San Francesco d’Assisi che ancora fatica a spiccare il volo fra gli altri piccoli aeroporti giudicati dal governo di interesse nazionale

E’  il primo anno da aeroporto d’interesse nazionale per lo scalo umbro di Sant’Egidio e se,  “fatti e cifre”, il più delle volte valgono meno di una presentazione, adesso numeri e conti dovranno far quadrare e valere il futuro del piccolo aeroporto, dedicato a San Francesco. Non servono miracoli o preghiere, ma, ottenuta la concessione Enac (Ente nazionale aviazione civile) per i prossimi 20 anni, la SASE (Società di gestione aeroportuale Sant’Egidio) dovrà mantenere le condizioni poste dal piano nazionale sugli aeroporti, varato solo un anno fa dal Governo nella Conferenza Stato- Regioni. Prima fra tutte, la specializzazione dello scalo e una sua «riconoscibile vocazione funzionale al sistema all’interno del bacino di utenza»; ma anche la dimostrazione, tramite un piano industriale e finanziario, che l’aeroporto sia in grado di raggiungere l’equilibrio economico e adeguati indici di solvibilità patrimoniale almeno per un triennio per restare in lizza.
In attesa del prossimo bilancio consuntivo di giugno 2017, sfogliando le 64 pagine del report fornito e messo on line da SASE sull’annualità 2015, è possibile farsi un’idea su come sono andate le cose ultimamente, tra collegamenti, partenze e arrivi, cancellazioni e nuove rotte, costi e proventi.

L’aeroporto – L’aeroporto è il principale snodo da e per l’Umbria. Completamente rinnovato nel 2011, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, a opera del noto architetto Gae Aulenti, lo scalo si estende su una superficie di quasi 5000 metri quadri. L’aerostazione conta otto padiglioni con tanto di sale d’attesa, caffetteria, sale conferenze e sala esposizioni, più un’ampia galleria commerciale di negozi e uffici, ristorante e parcheggio da 400 posti auto.
Ad oggi operano diverse compagnie aeree come Ryan Air, Lufthansa, Albawings, Blu-Express, Mistral air, Ernest e Wizz Air con collegamenti di linea stagionali ed annuali verso nove destinazioni, quattro nazionali e cinque internazionali. Le rotte raggiungono: Catania, Trapani, Cagliari e Bari, Londra, Bucarest, Tirana, Bruxelles – Charleroi e Monaco di Baviera.
Per quanto riguarda il flusso di passeggeri, Assoaeroporti ne ha registrati quest’anno 221.941, con una contrazione del 19% rispetto al 2015 quando al Sant’Egidio sono transitate 274.028 persone, il 31% in più rispetto al 2014. Il dato, seppur negativo, «rappresenta in ogni caso un netto miglioramento – riferiscono da Sase – rispetto alle iniziali pessimistiche previsioni che, tenuto conto delle cancellazioni e delle riduzioni annunciate da Ryanair ed Alitalia, facevano temere una potenziale riduzione del 30-35%, stabilizzando il traffico a circa 90.000 passeggeri».

La Società – SASE Spa è la Società Aeroporti Sant’Egidio, che gestisce e potenzia la struttura, offrendo servizi a terra, di assistenza ai passeggeri e agli equipaggi. Nata nel 1977 su iniziativa del Comune di Perugia, nel consiglio di amministrazione della SASE siedono: Sviluppumbria, Unicredit Spa, Comune di Perugia, Confindustria Umbria, Comune di Assisi, Ance Umbria, Provincia di Perugia, Banca Popolare di Spoleto, S.M.P. srl Unipersonale, Casse di risparmio dell’Umbria, Comune di Bastia Umbra, Camera di Commercio di Perugia, Confcommercio dell’Umbria, Umbria Export, A.C.A.P Sulga, Aero Club Perugia, Comune di Torgiano, Comune di Marsciano e Comune di Gubbio.

Il bilancio – Sfogliando il bilancio 2015 dell’Aeroporto dell’Umbria, tutto procede senza una nube almeno fino a pagina 22. Tra numeri e tabelle, conti d’ordine, costi per i servizi erogati e immobilizzazioni, spunta la nebbiosa perdita dell’esercizio: 845.976 euro, cifra che corrisponde a più di un terzo del capitale sociale Sase che ammonta a 2.349.869 euro. In più facendo un confronto fra crediti e debiti a breve termine si addensa la foschia sul quadro finanziario ed economico del Sant’Egidio. Circa 1 milione 400 mila euro di crediti basteranno a compensare 1 milione e 700 mila euro di debiti? E in prospettiva di un’ipotetica privatizzazione dello scalo, come successo per il simile quanto piccolo aeroporto di Biella-Cerrione, chi si farà carico e chi si prenderà il rischio di una società e un aeroporto così messi, senza l’eventuale contribuzione del pubblico? Nell’attesa del bilancio 2016, la previsione non è fra le più serene e ad anticiparlo è anche la nota informativa della certificazione emessa dalla società di revisione contabile, Ria Grant Thornton, che annuncia: “[…] il Consiglio di Amministrazione della società ha provveduto a rimodulare il budget del 2016 in previsione di un minor traffico di passeggeri che, in base ai voli già schedulati ed alle trattative in corso, si presume raggiunga i 215.000 passeggeri con una diminuzione rispetto al 2015 di circa 60.000 unità ed ha contestualmente sollecitato il supporto economico finanziario da sempre garantito dai maggiori stakeholder interessati a sostenere il programma di comunicazione turistica incentrata sull’aeroporto. L’adesione al programma si è concretizzata attraverso le delibere già assunte da Camera di Commercio, Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e Regione Umbria che mettono a disposizione risorse tali da garantire per il 2016 il necessario sostegno al fabbisogno della società per garantire la capacità dell’impresa di operare in continuità aziendale ”.

Autore

Elena Frasconi

Nata a Farnetta di Montecastrilli (Terni) il 28 marzo 1989. Dopo la laurea in Scienze Politiche e una borsa di studio in Comunicazione istituzionale europea all'Università di Perugia, è giornalista pubblicista dal 2013.