Obiettivo lavoro

L'autismo, la legge e le speranze per il futuro
Da trentadue anni l'Associazione nazionale genitori soggetti autistici in prima linea per garantire i diritti  

Coltivatori d’intenti – Una rete capillare in tutta Italia per non abbandonare chi soffre di autismo.
Angsa, trentadue anni di storia alle spalle, è l’acronimo di Associazione nazionale genitori soggetti autistici. Con 25 sedi locali e 18 regionali (dati angsa.itangsalombardia.it e Facebook), è la più grande associazione italiana specifica per l’autismo. La mappa sottostante mostra tutte le sedi Angsa attive (regionali in arancio, locali in fucsia, regionali e locali insieme in viola). C’è Angsa Umbria dietro “La Semente”, centro diurno e fattoria sociale a Spello, dove i ragazzi autistici imparano a lavorare la ceramica, a fare le faccende domestiche e molto altro. L’autonomia, per loro, è tutt’altro che scontata: si costruisce giorno per giorno, tra i laboratori del centro diurno e la pazienza degli operatori. “Coltivatori d’intenti”, si definiscono loro. L’intento primario è garantire un futuro, anche professionale.

Mario e gli altri – «Siamo l’unica associazione umbra che ha portato a termine un progetto di inserimento lavorativo» dichiara Paola Carnevali Valentini, presidente di Angsa Umbria. «Da questo punto di vista siamo sicuramente una realtà innovativa. Mario Lavoratori è il primo ragazzo autistico assunto. A breve anche Marco, un altro degli ospiti del centro diurno, inizierà a lavorare. ‘La Semente’ ha un forte rapporto con asl e Regione, ma l’Angsa non riceve sovvenzioni da enti pubblici. Ci manteniamo con le nostre raccolte fondi». La prima difficoltà è collaborare con le famiglie: «Molti si rivolgono a noi occasionalmente: gli serve qualcosa, vengono e lo prendono. Non funziona così. Vorremmo far passare il concetto di fare rete, di dare ognuno il suo contributo: la forza di un’associazione come questa è il genitore».

L’autismo è un modo di essere – La genesi dell’autismo è oggetto di ricerca. «Non è una patologia, è un modo di essere», spiega Emanuele Guzzetti, volontario Angsa. «Questo comporta la mancanza di certezze sul trattamento e lo spuntare di santoni che propongono ogni tipo di cura. Alla Semente lavoriamo sui comportamenti e sulla manualità». Il centro è curato nei minimi dettagli: dai colori tenui delle pareti alla luce che si abbassa gradualmente per simulare lo sfumare del giorno e la fine dei laboratori. Per gli autistici la chiarezza è essenziale; i volontari devono tradurre ogni concetto, perfino quello del tempo che passa. Dal punto di vista normativo molto è stato fatto, ma molto resta da fare. «La legge sull’autismo – continua Guzzetti – non prevede un budget annuale fisso. Nell’assistenza, invece, il problema è nel passaggio tra adolescenza ed età adulta. Noi vogliamo farci garanti dei diritti di questi ragazzi anche dopo la fine della scuola».

 

Autore

Stefania Moretti

Nata a Ronciglione (Viterbo) il 5 luglio 1987. Laureata in Lingue e letterature straniere moderne all'Università della Tuscia di Viterbo (triennale) e in Informazione, editoria e giornalismo a Roma Tre (specialistica). Cultore della materia in Giornalismo. Praticante alla scuola di Giornalismo radiotelevisivo di Perugia.